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Il nostro pensiero è rivolto alle numerose vittime che il coronavirus ha causato e al conforto di chi non ha potuto dare neanche l’ultimo addio ai propri cari. Tutto questo ci cambierà e per certi versi ci ha già cambiato, forse saremo in grado di dare maggiore importanza ai rapporti umani e chissà, forse anche di aver maggior rispetto per la natura. Comunque sia è ormai chiaro che nel mondo siamo ospiti e non padroni. Da ogni continente giungono messaggi di solidarietà e conforto, non vi è paese che non sia stato colpito dalla pandemia. Poco si parla però, delle difficoltà che sta vivendo il settore dell’arte, della musica e dello spettacolo dal vivo che, essendo attività aggregante, sarà l’ultimo a ripartire, con conseguenze facilmente immaginabili.

L’incontro di Pachamama con il Camerun è avvenuto grazie ai padri della congregazione dello Spirito Santo che dal 2018 sono presenti a Torino nord presso la parrocchia San Gaetano da Thiene, nei cui locali si svolgono riunioni ed eventi di Pachamama.

Su invito del parroco, un membro dell’associazione si è recato in Camerun per conoscere la realtà ed alcuni progetti sviluppati dalla congregazione dello Spirito Santo nel paese dell’Africa subsahariana.

A seguito di questo viaggio e del racconto dell’esperienza ai soci, l’assemblea di Pachamama ha deciso di supportare il Foyer saint Nicodeme a Douala (la città più popolosa dal Camerun); si tratta di un centro di accoglienza e formazione per ragazzi di strada ai quali viene data la possibilità di avere cibo, un alloggio e un gruppo di educatori che ne segue la crescita e gli studi.

Nel silenzio assordante di tutte le voci più autorevoli stiamo assistendo alle scarcerazioni di potenti boss della mafia siciliana e non solo. Lo si sta facendo poco per volta, in modo da non creare troppo clamore e allarmismi. Così come alla spicciolata, per non dare nell’occhio, arrivano i barchini dal Nordafrica, i ministri di Giustizia e degli Interni, con silenzio complice del Capo del Governo, da novelli “Ponzio Pilato”; se ne sono lavati le mani assicurandoci che la scarcerazione del boss Bonura interessava un semplice caso isolato, di un povero vecchio e malato (non potendolo definire “uomo onesto”), mandato a casa per godere dell’affetto dei familiari, pur non tenendo conto dei suoi trascorsi criminali e che le sue mani, probabilmente ancora sporche del sangue delle povere vittime innocenti, avrebbero suscitato l’indignazione della Società Civile. 

Cari fedeli parrocchiani,
con la lettera a voi indirizzata l’1 aprile 2020, dopo aver fatto una lunga analisi della situazione attuale che stiamo vivendo, mi soffermavo su alcuni punti, a mio modo di vedere, fondamentali. Di seguito, brevemente, desidero riprenderne alcuni.

L’articolo pubblicato sul Financial Time e da Yuval Noah Harari, storico e filosofo di origini israeliane, è intitolato: “The world after coronavirus” (20 marzo 2020). Ricordavo il rischio che ogni governo potrebbe praticare con mezzi specifici il controllo della salute dei singoli, per monitorare la popolazione con tecnologie che sorveglino lo stato di salute. Inoltre, mettevo in guarda dal non se in un futuro prossimo saremo costretti ad indossare un bracciale biometrico (biometric surveillance)1 oppure un chip sottocutaneo, che controlli in tempo reale la salute di ciascuno e limiti i contagi.

L’Ordine di Malta sta giungendo quasi al suo millenario dalla fondazione. Quali sono i suoi valori immutati nel tempo?

L’Ordine di Malta è uno dei sodalizi più antichi e la sua fondazione risale al 1048. Nel corso della sua lunga storia è sempre rimasto fedele ai suoi principi fondanti “Tuitio Fidei et Obsequim Pauperum”, i quali si riflettono nell’operato dei suoi membri e in quello di migliaia di volontari.

Operato, che nel corso della storia dell’ordine, ha subito un processo di modernizzazione insieme all’evoluzione della società. Continuando a porgere il nostro sostegno e amore cristiano ai poveri, ai malati, agli sfollati e alle persone oppresse dalla guerra.

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Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale

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