Alle 17:30 la chiesa di Nostra Signora da Pena si è aperta a una città ferita e solidale: un recital d’organo, seguito da una celebrazione eucaristica, ha reso omaggio alle vittime dell’incidente dell’ascensore di Glória e ha riconosciuto il lavoro delle squadre di soccorso. La partecipazione è stata ampia e variegata, riunendo familiari delle vittime, parrocchiani, rappresentanti istituzionali e pubblico in generale. Senza apparato, il gesto si è costruito in modo semplice — musica, nomi pronunciati con voce ferma, preghiera condivisa — cercando di trasformare la commozione in memoria responsabile.
All’organo, Rui Valdemar ha proposto un percorso che ha incrociato scuole ed epoche europee secondo una logica a arco narrativo, rendendo omaggio alle nazionalità delle vittime. Da Guillaume Lasceux (con “Kyrie”, “Cromorne avec les fonds”, “Fond d’orgue” e “Choeur — Grand Jeu”) a John Stanley (Voluntary I e Voluntary VI), la tavolozza sonora ha alternato la gravità liturgica alla chiarezza inglese del Settecento. È seguito Manuel Rodrigues Coelho, con variazioni che ancorano la tradizione iberica e la lingua musicale portoghese, fino a Giovanni Battista Fasolo, con un “Te Deum laudamus” di giubilo trattenuto, in ringraziamento a Dio per le squadre di soccorso. In chiusura, “Vespertina” di Eduardo Torres ha posato il recital in una luce di fine giornata che non conclude: veglia — in chiaro riferimento all’orario in cui è avvenuto l’incidente, al crepuscolo. Letto nel suo insieme, il programma è passato dalla supplica al canto di lode, dalla memoria alla gratitudine, senza perdere di vista la finalità civica dell’incontro.
Poco dopo le 18:00, ricordando l’ora dell’incidente, è iniziata la celebrazione eucaristica, presieduta dal parroco, p. Pedro Lousão, con la presenza del diacono Leopoldo Vaz e della Confraternita del Santissimo Sacramento. Sono stati letti, uno a uno, i nomi di tutte le vittime. Nella Preghiera dei Fedeli l’assemblea ha pregato per chi è partito, per le famiglie in lutto e per tutte le squadre di soccorso — professionali e volontarie — intervenute sul posto. Il tono è rimasto sereno e rigoroso, bilanciando emozione e disciplina, affinché ogni gesto avesse il suo posto e ogni parola conservasse peso.
La dimensione pubblica è stata evidente nella trasversalità delle presenze istituzionali. Hanno partecipato il vicepresidente dell’Assemblea della Repubblica (in rappresentanza del Presidente), la deputata Cristina Vaz Tomé, vicepresidente del gruppo parlamentare del PSD, e la deputata Margarida Saavedra. La Junta de Freguesia di Arroios è stata rappresentata dal consigliere dott. João Costa. Sul fronte diplomatico, l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania era rappresentata dal vicecapo missione, sig. Ludwig Blaurock, e l’Ambasciata d’Ucraina dalla console Viktoriia Kuznietsova. Dall’area tecnico-amministrativa si sono segnalati il vicepresidente della Commissione di Coordinamento e Sviluppo Regionale di Lisbona e Vale do Tejo, dott. Joaquim Sardinha, e il presidente dell’Istituto Nazionale di Medicina Legale e Scienze Forensi, dott. Francisco Corte Real. Il Regimento dei Pompieri Sapadores di Lisbona era presente attraverso il comandante del 1º Battaglione, capo di 2ª classe José Faria, accompagnato da due comandanti di compagnia. L’elenco, più che un protocollo, ha dato volto a una responsabilità condivisa: memoria, sicurezza e prossimità.
Anche il luogo ha parlato. La chiesa di Nostra Signora da Pena sorge sulla collina di Santana, vicino al luogo dell’incidente, e mantiene un’affinità storica con l’Ascensor do Lavra, “fratello maggiore” dell’ascensore coinvolto. La geografia non è un dettaglio: dà spessore all’omaggio e spiega la scelta del tempio come spazio in cui la città si ritrova per ascoltare e imparare. All’interno, anche l’organo ha una storia: strumento di origine portoghese, probabilmente proveniente da uno degli antichi conventi della collina, è stato riformulato nel 1968 dall’organaro italiano Bartolomeo Formentelli. Con due tastiere e pedaliera, e un’estetica prevalentemente italiana, consente il dialogo equilibrato delle diverse lingue che il programma ha convocato.
Il disegno del tardo pomeriggio è stato, dunque, coerente: la musica ad aprire la strada, il rito a fissarne il senso. Valdemar ha offerto la materia sonora; l’assemblea, il silenzio necessario; il celebrante, le parole giuste. Tra la lettura dei nomi e la preghiera, tra il Kyrie iniziale e il Te Deum, si è instaurato un memoriale vivo che resiste al rumore e all’oblio. Non ci sono stati discorsi né promesse; c’è stato riconoscimento delle squadre di soccorso, presenza della città, cura per le famiglie, attenzione al dettaglio perché nulla apparisse occasionale.
L’organizzazione è stata curata, in partenariato, da Tota Pulchra, dall’Academia da Pena e dalla parrocchia di Nostra Signora da Pena. La combinazione di competenze — programmazione artistica, logistica e accoglienza pastorale — ha garantito una risposta celere e attenta, allineata con la dimensione umana dell’evento e con l’esigenza pubblica che esso sollecita.
Alla fine, quando l’ultima risonanza dell’organo si è confusa con il mormorio discreto dell’assemblea, è rimasta l’impressione di un gesto di cittadinanza che la musica ha contribuito a scrivere. Lisbona ha onorato le sue vittime e chi si è precipitato per proteggerle, con sobrietà e prossimità. E la collina, tante volte salita e discesa, per un istante si è chinata ad ascoltare — come chi impara, al passo giusto, a trasformare il dolore in memoria e la memoria in impegno.
Rui Valdemar
Delegato di Tota Pulchra Portogallo
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