Con insieme alcuni docenti e studenti della facoltà di Filosofia, provenienti dalla Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha avuto luogo un pellegrinaggio assai diverso dai tipici odierni, sennonché un lungo itinerario per così dire del tutto filosofico in quanto rivolto alla culla stessa della filosofia, ovvero: la Turchia. Si è scelta la medesima perché è proprio questa a dare i nativi a tutti i primi pensatori greci vissuti tra il VI e V secolo a.C., precedenti al periodo di Socrate e Platone.

Sono state cioè le colonie greche della costa asiatica a vedere, per prime, i principali centri dove si è sviluppata la filosofia greca (si pensi a Mileto, Efeso, Clazomene e Colofone) con insieme tutti i primi sforzi dei presocratici rivolti all’indagine del fondamento ultimo del mondo.

In particolare, ci si è incamminati sulle orme di quei filosofi che, per primi, si sono posti le più grandi ed essenziali domande dell’uomo.

A partire da Mileto, che ha dato i natali a Talete, Anassimandro e Anassimene, vale a dire gli iniziatori della filosofia, si è potuto lì assistere, per la prima volta, al rifiuto delle tradizionali interpretazioni mitologiche dei fenomeni a favore di spiegazioni più razionali attinenti allo studio della natura.

Domande quali: qual è l'origine (arché) o l’elemento primario (o sostanza) di tutte le cose, il come spiegare la molteplicità delle cose che esistono in natura o il che tipo di rapporto intercorre tra unità e molteplicità o tra essere e divenire” hanno posto le basi per le attuali conoscenze scientifiche più approfondite e metodiche.

A seguire, si è approdati ad Efeso, laddove è vissuto Eraclito con la sua teoria del πάντα ῥεῖ, del divenire, del tutto scorre, cioè l’idea che in natura tutto muta in uno stato di flusso perpetuo, poiché nulla al mondo si presenta come statico; e ancora Anassagora che introdusse la filosofia ad Atene.

Ma l’attuale Turchia è un luogo molto importante anche per le origini cristiane e, non a caso, all’interno di questo cammino, per entrare in contatto con i primi filosofi si è incontrata anche la terra delle prime comunità paoline e giovannee, vale a dire la terra in cui San Paolo e San Giovanni hanno dato vita alle prime comunità cristiane. E ad Efeso, infatti, si è giunti al luogo della composizione del Quarto Vangelo e della stessa sepoltura dell’apostolo Giovanni.

In seguito, a Gerapoli/Pamukkale si è data l’occasione di riportare in auge le Lettere di Paolo ai Colossesi, l’Apocalisse 3,14-22 e l’Epigrafe di Abercio di Gerapoli. Nella stessa giornata, un’approfondita analisi, sotto forma di lezione, sulla questione dell’ekklesia e delle democrazie greche, a cura del prof. e gesuita João J. Vila-Chã.

Proseguendo per Sardi e Nicea, con nel mentre l’erogazione di lezioni che hanno visto come fil rouge temi inerenti alla Polis, il Logos, l’Agape e il Synodos, accuratamente approfonditi dai professori Andrea Cavallini, João J. Vila-Chã e Stefano Marchionni, si è giunti a Istanbul, l’antica Costantinopoli, che ancora oggi conserva le tracce del suo passato di capitale dell’impero.

È stato qui che si è avuto l’onore di conoscere Sua Santità il Vescovo Massimiliano Palinuro, vicario apostolico di Istanbul e amministratore apostolico di Costantinopoli. A lui si deve la grazia di aver potuto partecipare ad una liturgia profondamente sentita e multi-culturale, sia in termini di partecipanti che di celebrazione liturgica in tre lingue diverse.

A seguire, il giorno dopo, il privilegio di essere accolti da Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, il quale, mediante un importante discorso rivolto a noi pellegrini, così ha esortato: “Oggi l'umanità ha bisogno di voi, perché le idee non divengano ideologismi e affinché l'uomo sia sempre al centro di ogni azione della Fede e della Ragione”.

In conclusione, si è pervenuti ad un duplice pellegrinaggio in cerca di memorie dei filosofi e dei primi cristiani. Escursioni, ingressi a musei, monumenti e siti archeologici, la partecipazione quotidiana a seminari culturali e alla celebrazione eucaristica hanno fatto da sfondo ad un’immensa cornice, che ha cercato di tenere insieme la filosofia e la teologia, l’antico sapere umano e le innovazioni odierne, la Fede e la Ragione.

Il tutto sotto un unico sguardo: quello del taumazein, che in greco antico significa stupore/meraviglia, ciò che ha caratterizzato non a caso i primi filosofi e che mai si riduce ad un’attività solitaria.

Questo viaggio ha difatti dimostrato a tutti i pellegrini, filosofi e religiosi odierni, come il taumazein neutralizzi la singolarità per fonderla nella pluralità, non solo tra i compagni di viaggio lì presenti, ma nella pluralità stessa dell’esistenza umana, nel pluralismo di un passato e di un presente accomunati da un’unica radice: quella di un solo spirito umano che si eleva alla contemplazione della bellezza di quell’unica cosa che solo essa non è cosa: la Via, la Verità e la Vita.

 

di Davide Salvatore Coniglio

 

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