Mario Vespasiani dedica un’opera particolare nel giorno di Santa Cecilia, a tutti i musicisti e a coloro che si esprimono attraverso il canto. Un lavoro tecnicamente inusuale per l’autore in quanto realizzato con l’applicazione di un violino direttamente sulla tela e poi dipinto, che è possibile apprezzare anche col buio per via delle luminosità e delle tinte fluorescenti adoperate.

L’arte di Vespasiani si è espressa negli anni come un’elevazione dei moti dello spirito e quest’opera non fa che confermare la direzione di una ricerca che non ha eguali nel panorama contemporaneo, costantemente rivolta verso vibrazioni e emozioni altissime, che richiamano un senso di infinito; non a caso il tema in questione riflette sulla visione dell’universo, già approfondita nella serie M-Ethereum, nella quale l’artista ha immaginato l’esplorazione dello spazio siderale non prendendo spunto da scatti provenienti dai telescopi spaziali, bensì mediante le proprie intuizioni da space-cowboy, da viaggiatore mistico.

La grande arte non fa altro che portarci in quelle dimensioni dove possiamo far vibrare la nostra interiorità, ponendosi come una finestra dalla quale osservare le nostre emozioni.

Con l’opera dedicata a tutti i musicisti, nel giorno di santa Cecilia loro patrona, di Vespasiani come fosse un direttore d’orchestra non possiamo che constatare un fatto, che il maestro è tornato.

 

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