“La vita è bella” (1998)

 

Un ricordo è come una fotografia sbiadita, un fotogramma che riemerge dalla memoria per ritornare a rivivere  nel presente. Il cinema italiano è proprio come questo ricordo e ritorna davanti ai nostri occhi per lasciarsi rianalizzare e rivisitare. Il cinema  degli anni  90 possiamo definirlo come un piccolo grande cinema che da una parte vuole seppellire lo spettatore di risate (vediamo per esempio tanti film di Leonardo Pieraccioni o Aldo Giovanni e Giacomo) e dall’altra ci sono pellicole di impegno sociale e civile che vogliono sensibilizzare lo spettatore per portarlo verso la costruzione di una società più umana e libera. Un cinema che porta ancora nel cuore l’insegnamento poetico di Massimo Troisi o l’autorialità di Federico Fellini. Anche il buon vecchio Neorealismo si ritrasforma in Neo Neo Realismo prendendo in considerazione la difficile condizione sociale delle periferie che rimane sempre molto critica. Non dimenticheremo mai la straordinaria forza tragicomica di Roberto Benigni in “La vita è bella” (1998). Come sostiene lo storico del cinema e regista Vito Zagarrio in questo film c’è una Weltanschauung che coniuga il Chaplin del “Vagabondo” e del “Grande Dittatore” allo Spielberg di “Schindler’s List”, accoppiandovi anche lo sguardo inquieto ma anche favoleggiante di certo Neorealismo zavattiniano. “La parola amore esiste” (1998) di Mimmo Calopresti è una pellicola nella quale l’amore diventa una metafora dell’esistenza e una ricerca della felicità. Il film narra la storia di Angela (interpretata dalla Bruni Tedeschi) nevrotica e paranoide che si innamora di un insegnante di violoncello. Nella continua ricerca del vero amore escono fuori tutti i conflitti interiori di Angela e degli altri personaggi. Persone che vivono senza identità e senza felicità ma che mantengono sempre viva la speranza di arrivare alla felicità. Gli anni 90 erano anni spensierati in cui andare al cinema era come fare una gita in barca o al mare. Ricordo ancora con nostalgia quando andai a vedere il film “Titanic” di Cameron con mio padre al cinema Madison dopo aver fatto una bellissima scampagnata sul battello del lago di Anguillara. Gli anni 90 sono un mare di ricordi luminosi dai cui frammenti riemerge la volontà di un cinema fatto di registi che vogliono lottare per migliorare il paese e portare le nuove generazioni verso un’arte sempre più libera.

 

di Piermarco Parracciani 

 

“La parola amore esiste” (1998)

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