Se fossi donna

al sol pensiero

di una strappata gonna

e al vento il seno,

 

in corpo un gelo,

inspiegabile dolore di negative sensazioni;

fermo il tempo e ferme le emozioni,

la mela rubata dal melo.

 

E nemmeno nel silenzio si ferma il dolore,

non basta una stanza buia, non basta la comprensione.

Violata di viole strappate il mio intimo essere donna,

da inumani che non hanno mai indossato una gonna.

 

Alieni appaiono ai miei occhi

questi effimeri esseri zero e stolti;

nemmeno maiali chiamarli all’uopo,

perché sarebbe poco.

 

E andare avanti è quello che dovrei fare,

colmando la rabbia interiore grande un mare.

 

Se io fossi donna

sarei un’amante, una compagna, un’amica, una sorella

la donna è sempre bella;

 

sarei una zia, una cugina, una fidanzata, una conoscente o un’estranea

la donna è sempre una stella.

 

Sarei una moglie, una nonna, una figlia, una mamma

il sole della vita che balla.

 

Pasquale Fabozzi

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