Alessandro Russo, di Foggia, è un innovativo imprenditore agricolo del settore alimentare: attivo sin da ragazzo: in una regione, la Puglia, da sempre ricca di produzioni esportate, e apprezzate, in tutto il mondo. Ma quali sono, oggi, quelle che possiamo definire le “Nuove frontiere” dell’alimentazione e della cucina, in un mondo, poi, dove globalizzazione, nell’ultimo ventennio, a volte ha significato anche scarso rispetto per le produzioni locali tipiche? E in che misura, e con quali effetti, alcuni prodotti alimentari, rientranti tra le “eccellenze” italiane, non solo si prestano a una commercializzazione su scala internazionale, ma hanno anche effetti benefici per la salute dei consumatori?.Tota Pulchra News ne parla appunto con Alessandro Russo, di famiglia da sempre attiva in questi campi.

Alessandro, com’è iniziata la tua attività, e cosa, esattamente, produce la tua azienda?   

Ho iniziato sin da piccolo, nell’azienda a conduzione familiare dei miei genitori: poi, soprattutto dai 23 anni, ho seguìto tutte le filiere delle nostre produzioni, e iniziato anche a organizzare stand, fiere commerciali, eventi di vario genere. Produco soprattutto olio d’oliva, rigorosamente extravergine, elemento essenziale della dieta mediterranea; e poi, sottolii, e specialità della nostra terra, come i lampacioni (cipolle selvatiche tipiche della Puglia), nonché melanzane, carciofini, derivati come la crema di carciofi, ecc… Cercando di andare il piu’ possibile incontro ai gusti della nostra clientela.

Ed oggi, quali altri obbiettivi vi ponete?

Oggi, vorremmo anzitutto ampliare la nostra rete commerciale mediante accordi con altri soggetti disposti a collaborare in vario modo. E qui, voglio anzitutto ringraziare l’associazione “Tota Pulchra” (attiva da anni in piu’ campi artistici e culturali, e nella ricerca di nuovi talenti e  nuove energie), col suo Presidente Mons. Jean- Marie Gervais, membro emerito del capitolo Vaticano: associazione con cui abbiamo vari progetti in cantiere. Come, anzitutto, creare un sito insieme: dove pubblicizzeremo non solo i miei prodotti, ma anche le eccellenze alimentari di altri Paesi con forti tradizioni gastronomiche, dal Peru’, e altri dell’America Latina, alla Cina. Parliamo, voglio precisare, non dei soliti prodotti che puoi trovare nei supermercati, ma di specialità particolari, ancora poco note in Italia e, in generale, in Europa: creando, per loro, un portale vendite specifico. Ringrazio, poi, anche il nuovo Centro commerciale, e culturale, “Caput Mundi”, di Roma zona San Pietro, col suo Direttore commerciale Roberto Pacini: disponibile a partecipare a questo grande progetto accogliendo questi prodotti nei suoi stand.

Questi progetti, se andranno in porto, possono aver effetti positivi anzitutto nell’occupazione, specialmente giovanile?

E’ proprio quello che vorremmo realizzare. Creare nuove possibilità di lavoro per i giovani, con l’auspicabile sviluppo delle attività di vendita, l’organizzazione di stand, fiere, eventi vari: e le conseguenti opportunità anche di crescita professionale e culturale, miglioramento del proprio know-how, ecc…. Eventi come, ad esempio, serate specifiche dedicate ad arte e cibo, che vorremmo organizzare appunto con Tota Pulchra. Ma con questa associazione, vorremmo proprio creare un nuovo marchio di eccellenza, un brand, che contraddistingua una serie di prodotti, alimentari e non, comprovandone la qualità. E vogliamo anche far partire, entro l’autunno, una scuola di cucina mediterranea, aperta a tutti.

Un altro aspetto che mi sembra importante focalizzare è la capacità di alcuni prodotti alimentari –spesso, oggi, accertata dalla scienza medica – di avere anche effetti terapeutici (si parla, allora, esattamente di sostanze “nutriceutiche”): a volte, addirittura in chiave anche preventiva. Cosa vi risulta, dalla vostra esperienza di produttori alimentari?     

Sin dall’antichità erano note le proprietà disinfettanti, battericide, della cipolla, ad esempio; così come quelle sfiammanti delle bucce di patata (che molte donne, anche oggi, adoperano per attenuare le occhiaie intorno agli occhi) e delle stesse fette di patata (che alcune persone anziane, non solo nelle campagne, usano a volte per sfiammare le guance gonfie per problemi dentari, N.d.R.).Dell’aglio, è nota da vari decenni la capacità di prevenire i “picchi” di pressione e combattere la formazione del colesterolo. Ma è proprio l’olio di oliva, che oggi si sta molto riscoprendo anche come sostanza nutriceutica.

Cioè?  

Oggi la medicina valorizza molto le proprietà antiossidanti dell’olio di oliva: che del resto, dal Sudamerica alla Cina e all’Europa mediterranea, è stato sempre usato anche come balsamo contro reumatismi o mal di schiena. E si parla, anche, di capacità di quest’olio di prevenire l’insorgere di forme tumorali (alcune delle quali, infatti, hanno incidenza molto bassa nei Paesi che seguono la dieta mediterranea).

A proposito di Cina, guardando al futuro (e premesso anche che non mi riferisco al grande progetto della nuova “Via della seta”, ben piu’ complesso, e con delicate questioni geopolitiche), ritenete possibile collaborare con questo Paese in nuove iniziative gastronomiche e culturali?   

Penso senz’altro di sì, al di là delle tante differenze di regime politico e di cultura sociale tra “L’ Aquila e il Dragone”, Roma e Pechino. La Cina ama moltissimo la cucina italiana, molti chef cinesi ed anche giapponesi ogni anno vengono qui in Italia, specie al Sud, a specializzarsi e perfezionarsi; e negli ultimi anni, tra l’altro, si stanno molto interessando proprio all’olio di oliva. Allora, perchè non pensare, nel prossimo futuro, a delle iniziative comuni, quasi “joint ventures”, con loro? Una delle prime idee cui penso è quella di una serata gastronomica multietnica, animata da operatori italiani, cinesi e, magari, anche sudamericani: dove sarà possibile scambiarsi a lungo pareri e conoscenze, in campo gastronomico e non solo. La via di una possibile, nuova globalizzazione, non selvaggia e ,livellatrice, può passare, direi, anche da qui.

 

 di Fabrizio Federici

 

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