Sig.ra Aida, Lei ha creato l’Associazione Internazionale Culturale “Progetto Angeli” e di recente è stata nominata come la candidatura al Console Onorario della Repubblica dell'Uzbekistan. Ci parli delle iniziative che Lei propone.

Buongiorno. Intanto grazie per avermi concesso parte del Vostro tempo e per la possibilità di parlare dei miei progetti presenti e futuri volti a rafforzare il ponte culturale tra l’Italia e l’Uzbekistan. Dal 2015 sto collaborando con l'Ambasciata della Repubblica dell’Uzbekistan a Roma e mi occupo dell'organizzazione e dello svolgimento di eventi culturali e umanitari. Ho partecipato a più di 60 mostre d’arte (molto spesso sono stata nel comitato organizzativo o in qualità del membro della giuria) tenute nelle città di Milano, Roma, Gubbio, Genova, Porto San Giorgio, Spoleto, Venezia, Bergamo, Pesaro, Padova, Tashkent, Samarcanda, Buhkara, ecc., promuovendo i giovani artisti e cantanti dell’Uzbekistan. Dal 2021 sono la Presidente dell’Associazione Internazionale Culturale “Progetto Angeli”. Le risposte alle iniziative dell’associazione sono state molto positive e fruttuose: le mostre dell’arte, le serate della musica e della moda, tre edizioni della “Settimana della Cultura dell’Uzbekistan e degli amici” (l’ultima si è svolta a Pesaro a fine maggio e ha avuto un enorme successo). Spero che il mio lavoro possa contribuire al rafforzamento dei Brand culturali di entrambi i Paesi e consolidare le loro strategie di internazionalizzazione già ben avviate.

Sig.ra Aida, ci parli della sua terra di origine, l'Uzbekistan, sconosciuta ai più in Italia.

L’Uzbekistan è la mia  Patria d’origine, la terra dove sono nata e cresciuta e dove si trovano i miei luoghi del cuore. Proprio nell’Uzbekistan è iniziata la mia formazione come artista. Si può dire che sono una figlia d’arte: i miei genitori sono ingegneri e grandi sostenitori dell’arte e sono lieta di aver ereditato la loro passione.  Fin da piccola mi hanno portato nei loro viaggi per farmi conoscere il fascino delle città millenarie uzbeke: Bukhara, Samarcanda, Khiva, Fergana, Margilan e gli altri splendidi musei a cielo aperto. Crescendo ho scoperto la loro ricca storia e irripetibile bellezza, assaporando le peculiarità gastronomiche e apprezzando i prodotti dell’artigianato. Nella mia città natale Tashkent e anche in ogni luogo visitato ho trovato la gente molto cordiale, calorosa, aperta e pacifica nonostante che nel Paese convivano centotrenta etnie: un mix incredibile di credenze religiose e di contaminazioni culturali. Sono d’accordo con la definizione del nostro Paese come la “Culla della civiltà e cuore pulsante della Via della Seta”. Vi invito a visitare l’Uzbekistan per scoprire non solo le moschee, i minareti, le madrase e le chiese, ma anche i nostri usi e costumi, la gustosissima cucina, la bellezza della natura, la bontà e ospitalità della gente.

Cosa rappresenta per lei l'arte, ed in particolar modo lei cosa vuole esprimere con la sua arte? 

L’arte per me è una dimensione particolare: un luogo in cui mi sento libera, leggera, dinamica, creativa. L’arte è anche un modo di essere: di dire qualcosa di nuovo, di mio, una possibilità di condividere con le persone qualcosa di importante. Mi sento molto realizzata come artista. Sono riuscita a creare opere artistiche di ogni genere: i quadri, le sculture, le ceramiche. Ultimamente mi piace dedicarmi a disegnare vestiti. Ho creato gli abiti-sculture realizzate con le sete pregiate uzbeke e italiane insieme al graphic designer mexicano Miguel Angel Acosta Lara: sono una vera unione tra la forza visiva e uno stile sartoriale audace, diverso, cinematografico. La mia collezione “Principessa” creata con lo stilista uzbeko Sobirov Akbarali è molto cara per me, perché rappresenta una fusione perfetta tra l’Oriente e l’Occidente, tra il passato e il presente, tra la fiaba e la realtà. Considero la moda una forma d’arte con una forza espressiva molto potente.  Gli abiti che ho creato invitano ogni donna a fare parte di una favola orientale, sono l'incarnazione dei sogni, una ricerca della bellezza perfetta e un'esplosione vulcanica di sentimenti forti e reali.

La pace è una questione che le sta particolarmente a cuore. Come opera in tal senso?

La pace per me è un dialogo: tra le persone, tra i Paesi, tra le culture. Nella mia vita e nel mio lavoro ho sempre cercato di costruire dei rapporti di rispetto, di fiducia ed aiutare al prossimo. Infatti, la mia associazione è basata sui principi della solidarietà, dell’amicizia, del rispetto per ogni diversità, dell’alleanza di popoli che, pur nelle diversità di religione, di costumi e di credo politico, riesca a mantenersi solida. Penso che tutti noi dovremmo dare il nostro contributo diffondere una cultura della pace ed imparare ad amare il tuo prossimo come te stesso.

Per lei l'Eurasia è un unico continente? Per Marco Polo lo era...

Le mappe moderne mostrano un continente unico: non esiste un confine geologico e geografico tra Europa e Asia. Secondo alcuni studiosi, l’Eurasia può rappresentare una “terza via”, sia a livello storico-culturale sia sociopolitico: non può essere totalmente Europa ma neppure Asia. Questa tesi era e sarà oggetto di dibattito. Anche per me è molto difficile concepire l’Eurasia come un complesso sistema unitario capace di conciliare popoli e tradizioni culturali differenti, non è affatto un “ambiente” unico, perché comprende 90 stati, circa 5 miliardi di abitanti, i tre quarti della popolazione mondiale e 55.000.000 km2 superfice, ma dobbiamo ad imparare essere più uniti.

L'Italia resta il paese con più presenza culturale e artistica al mondo. Quanto deve all'Italia nella sua formazione artistica?

La mia storia artistica comincia a Tashkent, Uzbekistan, la città che rappresenta per me un luogo familiare e una continua fonte di ispirazione, dove ho frequentato l’Istituto Artistico e poi ho conseguito la laurea in Lettere e Scienze Culturali (Scienze Artistiche di Metodologia e Organizzazione delle Attività Educative e Culturali). Trasferendomi in Italia ho conosciuto affascinante l’arte della ceramica. Ho realizzato i miei primi lavori a Gualdo Tadino, dove sono stata allieva dei grandi maestri come Fulberto Frillici, Nedo da Gualdo e Carini Angelo. L’arte della ceramica esige tante conoscenze tecniche e insegna la pazienza, la modestia e l’attesa. Questo percorso mi ha arricchito sia umanamente sia artisticamente. Con il Maestro Arnaldo Pauselli ho iniziato a partecipare alle mostre d’arte nazionali e internazionali e ho iniziato a credere in me. La mia formazione mi porta a preferire il realismo, una rappresentazione il più possibile aderente al reale, nelle sue forme vere ma belle, naturali. L’Italia è diventata la mia seconda Patria, dove sono stabilità 25 anni fa definitivamente e amandola come la mia terra d’origini.  In Italia è rinata la mia passione per il Rinascimento, in cui l’ideale è reale e il reale è ideale. L’arte per me è un modo di intervenire sulla realtà, cercare di rendere le cose come sono e più belle di come sono, come vorrei che fossero senza smentirle e quindi rispettando il vero. “Viva l’Arte!” e “Viva la Vita!”

 

L'arte è un modo di intervenire sulla realtà, cercare di rendere le cose come sono e più belle di come sono, senza smentirle e quindi rispettando il vero.

Aida Abdullaeva

 

di Lelio Antonio Deganutti

Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale

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