Tra il 1817 e il 1822, ancora prima del biennio rivoluzionario europeo (1820-’21) contro l’assolutismo della Santa Alleanza, le ex- colonie spagnole dell’America Latina (le cui opinioni pubbliche, in gran parte, avevan partecipato al dibattito politico-culturale liberale della stessa Europa), conquistavano l’indipendenza, per opera soprattutto di condottieri mitici come l’argentino Josè de San Martin e Simón Bolívar. Quest’ultimo (già eroe delle vittoriose guerre d’indipendenza venezuelana e colombiana, e nel ’19 eletto Presidente della “Grande Colombia”, che riuniva gli attuali Colombia, Ecuador e Venezuela), dopo una temporanea forte sconfitta da parte degli spagnoli, dal ’21 si dedicava fortemente alla liberazione dell’Ecuador, coadiuvato dall’altro generale, anch’egli venezuelano, Antonio Josè de Sucre. In pochi giorni, a fine maggio 1822, Sucre arriva sulle pendici gelate del vulcano Cotopaxi; valicato il quale è in vista di Quito, capitale del Paese, ancora occupata dalle forze filospagnole. La notte del 23 maggio, Sucre si mette in marcia lungo la strada del vulcano Pichincha (alle cui pendici sorge Quito), per occupare le vie a nord della città. Il giorno dopo, 24 maggio, le forze di Madrid sono sconfitte dall’esercito indipendentista (rinforzato da reparti argentini, colombiani, venezuelani, peruviani e di volontari britannici): le truppe di Sucre conquistano anche le bandiere nemiche, e l’Ecuador finalmente si unisce alle altre colonie liberate.

Si sono esibiti María Valencia, trombettista di Guayaquil (la città piu’ popolata dell’ Ecuador), di base a Milano, Carolina Varela, soprano, di Quito, di base a Roma, Diego Zamora, baritono di Cuenca (terza città del Paese, come Quito dichiarata dall’ UNESCO “Patrimonio culturale dell’Umanità” per i suoi straordinari edifici antichi), di base in Ecuador: con l’accompagnamento del pianista Maestro Lucio Del Vescovo, che ha presentato un repertorio lirico di musica ecuadoriana.

“La battaglia di Pichincha – sottolineano i rappresentanti della “Fundación Progressio Ecuador”, che, rappresentata in Italia dalla soprano Carolina Varela, insieme all’ associazione culturale e sociale “AYLLU”, col patrocinio dell’Ambasciata ecuadoriana ha organizzato, a Roma, queste celebrazioni del 201mo anniversario della vittoria – è per noi un simbolo di unità, dopo il raggiungimento dell’indipendenza col sostegno di tutti quanti perseguivano lo stesso ideale. Il che ci porta a pensare, 201 anni dopo: manteniamo quell’unione che avevano i padri della patria, e proclamiamo con la nostra voce al mondo che, se le volontà di piu’ Paesi convergessero nel ricordo di Pichincha, allo stesso modo diverrebbe possibile un’unione per raggiungere un più grande scopo nel mondo. Per questo, gli ecuadoriani in questi giorni rendono omaggio alla nostra patria in piu’ parti della Terra, riecheggiando un obiettivo comune: promuovere la nostra identità civile attraverso varie espressioni artistiche e culturali”.

Lo spettacolo ha voluto trasmettere al pubblico italiano il significato della cultura musicale ( e non) ecuadoriana, fortemente legata alla realtà di questo Paese e, al tempo stesso, con forte proiezione cosmopolita. Erano presenti il Corpo diplomatico dell’Ambasciata e del Consolato, il Comandante della marina militare ecuadoriana a Roma, il rappresentante dell’Ambasciata del Brasile, Myriam Vargas e Gladys Rosado, imprenditrici ecuadoriane (specializzata, la seconda, nella produzione dei mitici cappelli “Panama”, nati, in realtà, proprio in Ecuador): col sostegno di Alfredo Aramondi, imprenditore con stretti legami di cooperazione col Paese sudamericano, Presidente di Italconfidi di Teramo, impresa fortemente attiva nell’export..

Monsig. Jean Marie Gervais, Presidente di“Tota Pulchra”, ha ricordato brevemente i punti essenziali dello Statuto dell’associazione e i principali progetti per il futuro. Sono intervenuti anche Luis Miguel Pereira Castillon, Vescovo ordinario della Anglican Episcopal Church of Europe (chiesa anglicana nata anni fa dal “Movimento Continuante” anglicano), Anna Cajas (responsabile dell’emittente radiotv “Vox mundi” ), Danilo Lisei Cassinelli, reporter autore, con Jony Rea, del videodocumentario sull’Ecuador “Radici del Mondo” progetto di ricerca centrato su immigrati italiani in Ecuador e loro discendenti, trasmesso su alcune emittenti tv e diffuso sul web, e l’architetto Cynthia Medina.

 

di Fabrizio Federici

 

Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale

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