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Lunedì 28/05/2018, alle ore 19:30, presso il “Centro Culturale di San Roberto Bellarmino” di via Panama 13 a Roma, si è svolta la presentazione del libro “Papa Francesco Giornalista, cinque Messaggi e dieci commenti sulla comunicazione sociale” a cura di Gianpiero Gamaleri e Fabrizio Noli, Edizioni ELLEDICI.

L’importante incontro ha visto la partecipazione di molte personalità istituzionali religiose e laiche: Federico Lombardi (portavoce del Papa e presidente della “Fondazione Ratzinger”); Laura De Luca (giornalista della “Radio Vaticana”); don Nicola Filippi (prima segretario particolare dell’ex presidente della “CEI”, Ruini, e ora del cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma), ed infine, degli autori del libro Gianpiero Gamaleri e Fabrizio Noli.

 

Il Santo Padre, in molte uscite pubbliche, ha rimarcato con insistenza il grande ruolo che gioca una corretta informazione nei meccanismi politici, sociali, culturali e persino religiosi. Scrive il papa:

«la velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e di giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta… – ha sottolineato il Papa – Il falegname di Nazareth ci richiama all’urgenza di ritrovare un senso di sana lentezza, di calma e pazienza. Con il suo silenzio ci ricorda che tutto ha inizio dall’ascolto, dal trascendere sé stessi per aprirsi alla parola e alla storia dell’altro».

Ed ancora, a proposito della figura di San Giuseppe visto erroneamente come la figura per eccellenza dell’antitesi della comunicazione:

«È facile affezionarsi alla figura di San Giuseppe e affidarsi alla sua intercessione. Ma per diventare davvero suoi amici occorre ricalcarne le orme, che rivelano un riflesso dello stile di Dio. Questa straordinaria figura incarna il valore e la cultura del lavoro. Proprio sul lavoro – continua papa Francesco - è strettamente legata la dignità della persona: non al denaro, né alla visibilità o al potere, ma al lavoro. Un lavoro che dia modo a ciascuno, qualunque sia il suo ruolo, di generare quella imprenditorialità intesa come “actus personae”».

Il Santo Padre, conscio dei pericoli di una cattiva informazione, ha esortato i giornalisti a prendere coscienza del loro valore e, soprattutto, a farsi carico di una grande responsabilità: quella di limitarsi alla verità sostanziale dei fatti, la sola capace di donarci una notizia scevra da ogni condizionamento, pregiudizio e manipolazione. Per realizzare tutto ciò occorre l’amore alla causa, ossia bisogna credere fermamente in quello che si fa e si vuole fare. I giornalisti devono riscoprire il valore aggiunto della testimonianza, di una testimonianza reale, forte e che funga, al contempo, da trasmissione dei profondi valori cristiani. Bisogna tornare alla scuola di San Giuseppe, dove la comunicazione era ricondotta a verità, bellezza e bene comune.

 

Gabriele Russo

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