La creazione di un confine e/o di un limite dipendono dall'uomo. Il legame tra uomo e Dio permette di abbatterli quanto e come il legame tra materia e spirito. In mancanza di tale legame l'opera rimane soggettiva e non si collega al senso oggettivo della creazione. Connettere relativo ad assoluto significa abbattere i confini spazio temporali della vita vissuta. Come la morte rappresenta il temporaneo, la vita rappresenta l'eterno. L'unione tra vita e morte può essere paragonato all'unione tra infinito e confine. Come le infiniti connessioni del cervello permettono all'uomo di accedere all'assoluto ed al senso di eterno, la mancanza dell'utilizzo di questo immenso strumento nega l'accesso dell'uomo alla fede ed all'equilibrio. Il puro amore verso la vita domina e vince sulla morte attraverso la creatività del proprio spirito intelligente. L'unione tra lo scibile umano: tra arte, politica, scienza e religione permette all'uomo di ottenere quella libertà interiore e quell'equilibrio sociale che viene meno con qualsiasi scissione da ognuno di questi quattro elementi naturali e soprannaturali. 

 


 

La morte è attratta dalla vita e la vita dalla morte, basti vedere tutti gli uomini che si fermano davanti ad un incidente o i pensionati che leggono i manifesti funebri. La massa ha paura della morte perché non l’ha ancora vinta dentro di sé, perché non ha capito che è soltanto una manifestazione temporanea dell’ esistenza umana, per questo ne viene attratta. Per questo motivo ottiene successo chi crea monumenti alla morte. La morte vive in superficie ed è superficiale. Nei confronti della vita è un fenomeno inesistente. Ogni giorno cadono capelli come uomini sulla terra. La vita vive in profondità nello spirito del cuore, sommo disegno divino all’interno di ogni essere umano. E' eterna perché appartiene allo spirito di ogni uomo. Fatta la premessa ne consegue che la morte è l’illusione spinta all’eccesso ed il modo per viverla è il successo. E’ facile vivere da morti, il difficile è vivere da vivi. L’arte contemporanea porta all’apice del successo figuranti del malessere sociale come Hirst, Murakami, Beecroft, Cattelan, etc. come la politica porta al successo imprenditori e come il crimine porta al successo i boss delle cosche mafiose. Questi uomini, spot pubblicitari del mercato mondiale, vivono la loro presenza e della loro apparenza uccidendo la vita. L’uomo porta in trionfo questi nuovi romani o filo americani che prima creano immagini e guerre a scopi economici e poi deridono i motivi per cui le hanno create. Causano migliaia di morti prendendo in giro tutta l’umanità. Ogni uomo della terra ha la capacità d’uccidere, specialmente un serial killer, il difficile è dare la vita ad un’opera d’arte. Leonardo da Vinci affermava che bisogna partire dalla macchia di muffa per fantasticare nell’immaginazione e tirare fuori la vita dalla materia. Il processo creativo quindi dovrebbe nascere dalla morte come stimolo per arrivare al miracolo della vita. Analizzando un’opera qualunque di questi pseudo-artisti contemporanei come le imbalsamazioni di Cattelan si percepisce proprio l’opposto. L’artista parte da un animale vivo che viene ucciso ed impagliato per creare la sua opera d’arte. Perchè non imbalsama qualche altro uomo o sé stesso per eseguire qualche ritratto o autoritratto? L’eccessivo realismo non determina la vita quanto e come la magia dell’amore. In una performance ha crocefisso un uomo con dello scotch. La Beecroft in una installazione copre il volto alle sue modelle usandole come materiali da supermercato e privandole della loro individualità. Si dice ispirata dal Rinascimento ed attratta dalla caducità malinconica della performance. Attrazione verso la morte. Alquanto contraddittorio visto che il rinascimento esaltava l’uomo come centro dell’universo. Leonardo da Vinci parlava della bellezza del volto umano che ha infinite espressioni dell’animo. Perchè celarlo? Perchè vivere a New York e non in Toscana? Per denaro, soltanto per denaro. Cosa dev’essere un artista, un ricercatore, uno scienziato o un mercenario? Più facile che un cammello entri 1 nella cruna di un ago che un ricco in Paradiso! Ogni uomo crea il proprio centro del mondo in qualsiasi posto si trovi. Ogni opera d’arte manifesta l’animo del suo creatore come ogni figlio manifesta l’animo dei suoi genitori. Il genio nasce da un rapporto d’amore. Quando l’amore non esiste non nasce né un genio, né un’opera d’arte. Lo stesso nei dipinti di Kostabi, in cui l’uomo viene depredato del proprio volto, dei propri lineamenti, della cartina geografica dell’essere, del suo nome e cognome, di ciò che lo contraddistingue, di ciò che lo fa amare per quello che è e non per come appare. Lui stesso diventa strumento e martire di sé stesso e la società che lo innalza a simbolo è strumento e martire di sé stessa. Il passato di un uomo esce nelle sue opere, il passato da becchino di Cattelan esce dalle sue opere in quanto non ha ancora vinto la visione personale della morte come quei pensionati che si fermano davanti ai necrologi per la paura nei confronti della stessa. Questo percorso eleva la materialità, esalta il commercio e le speculazioni nell’arte creando artisti-imprenditori dove l’arte diventa un prodotto di fabbrica formato da vari imprenditori: Murakami, Kostabi, Koons aprono capannoni come degli industriali con decine di operai/artigiani. Fabbricano artigianato, migliaia di tele all’anno senza aver mai preso in mano una matita od un pennello firmando opere iniziate e finite da altri. In tale modo si affossa la spiritualità che ha sempre contraddistinto l’unicità dell’opera d’arte che dovrebbe arrivare quando vuole lei all’artista-mezzo di trasporto tra assoluto ed individuo. Non viene mai creata a comando, in serie, come un qualsiasi mattone da fornace. Così facendo il singolo artista non può infondere la sua spiritualità all’opera d’arte perché non ne fa parte. Un figlio nasce quando Lui lo vuole. E il padre dev’essere presente al concepimento del proprio figlio! Ecco cosa sono le sculture contemporanee, mattoni usciti dalle fornaci del mercato dell’arte che dissacra la visione religiosa dell’opera. Nascono mostre come cibi negli ipermercati, fiere come sagre da macello. Uomini repressi producono spettacolo ed esibizionismo esclusivamente per provocare e predicare il proprio ego offeso o i propri complessi individuali. Dissacrare l’arte vuol dire dissacrare la vita. Ezra Pound, Jorge Luis Borges sacralizzavano la vita e la difendevano a tutti i costi. E’ un dono divino e va difeso. Dissacrare la vita ha portato alla società americana i films di Quentin Tarantino in cui si uccide per un non nulla o ai resoconti quotidiani in cui un bambino va a scuola con la pistola per uccidere l’insegnante e poi torna a casa per sparare ai genitori. Colui che dissacra verrà dissacrato. Le favole di Leonardo da Vinci dovrebbero insegnare come anche la Bibbia. 'Ogni giorno di più, mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato' (Gustavo Adolfo Rol), anche se 'non si debbono dare perle ai porci'(Gesù). Il mondo deve riappropriarsi della sua spiritualità che valica i confini della tecnologia. E’ più importante riuscire a fare un viaggio nell’aldilà che su 2 qualsiasi altro pianeta, utopistica visione di un uomo ambizioso e vanitoso che non capisce quanto la scienza possa essere una pia illusione a discapito della vera illuminazione individuale che ogni essere umano può ottenere. Per questo motivo la scienza dovrebbe aprire le porte ad una ricerca spirituale per poter migliorare l’esistenza e la sussistenza dell’ uomo nel luogo in cui è nato, perché si nasce e si muore nello stesso posto, perché l’inizio e la fine vivono nello stesso punto, sono due momenti in cui incomincia e in cui si chiude il cerchio disegnato dal Pittore, dalle grotte di Lascaux a oggi. Non ha senso far vivere un orso polare in Africa. Indipendentemente dalle capacità economiche ogni uomo può creare il proprio centro del mondo nel punto in cui vive e nel punto in cui è. In ogni istante siamo mezzi di trasporto e strumenti nelle mani di Dio. Attraverso il libero arbitrio, la fede e l’ amore possiamo decidere di prendere una strada o l’altra, oppure rimanere immobili in pace ed in silenzio guardando cambiare quello ci circonda. Certe persone chiudono le strade affinché altri le possano aprire....

 

Alberto Magrin

Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale

Sede Legale: via della Paglia 15 - Roma (RM)   —   C.F.: 97939900581

IBAN: IT11 B031 2403 2170 0000 0233 966   —   Codice BIC: BAFUITRRXXX

 

Telegram
Facebook
Instagram
LinkedIn
Youtube